Questo il titolo del convegno ospitato questo pomeriggio dall’ULSS 8 Berica, dedicato alle nuove sfide della sanità nell’attuale contesto e al rapporto tra salute pubblica e sostenibilità ambientale
Parlare di sanità proiettando lo sguardo su un orizzonte il più possibile ampio, a livello spaziale ma anche temporale, per comprendere e se possibile anticipare l’evoluzione dei bisogni ed essere pronti ad affrontare quella che sarà la richiesta futura in materia di assistenza ospedaliera e socio-sanitaria. Con questo obiettivo ambizioso, l’ULSS 8 Berica ha ospitato questo pomeriggio, in sala Gresele, il convegno dal titolo “Visioni della salute nel terzo millennio”.
L’incontro si è aperto con i saluti del dott. Giannettore Bertagnoni Direttore RRF Unità Gravi Cerebrolesioni-Unità Spinale, e del prof. Lorenzo Simonato, docente di Igiene e Medina Preventiva presso l’Università degli Studi di Padova, mentre relatore principale è stato il prof. Luca Savarino, docente di Bioetica presso il Dipartimento di Medicina Traslazionale dell’Università del Piemonte Orientale e Membro del Comitato Nazionale per la Bioetica.
«La pandemia ci ha insegnato che dobbiamo sempre essere pronti ad affrontare nuovi scenari – sottolinea la dott.ssa Maria Giuseppina Bonavina, Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica – e questo implica non guardare solo al presente e al proprio territorio di stretta competenza, ma essere in grado ogni tanto di alzare lo sguardo per osservare un orizzonte più ampio, sia a livello geografico sia temporale, perché nella società di oggi siamo tutti connessi. L’incontro di oggi è dunque un’occasione preziosa di riflessione sulle sfide che attendono la sanità nel medio e lungo termine, per essere pronti ad affrontarle al meglio, perché il fine ultimo naturalmente è sempre la salute dei cittadini».
Un convegno che è nato quasi per caso: «Lo spunto – spiega il prof. Simonato – è venuto da una conversazione che ho avuto con il prof. Bertagnoni durante il mio ricovero al San Bortolo per la riabilitazione dopo un incidente. L’incontro vuole essere una riflessione generale sul tema della salute, a livello planetario, nella consapevolezza che questo aspetto sarà cruciale per l’umanità nel terzo millennio. Abbiamo voluto dare un respiro molto ampio all’incontro perché questa è la dimensione della questione, come dimostrano alcuni indicatori: ad esempio l’incidenza sempre maggiore delle malattie metaboliche e psichiatriche, l’invecchiamento della popolazione (anche se con ritmi diversi nelle varie aree del pianeta), la scoperta negli ultimi cinquant’anni di nuove malattie infettive; la stessa pandemia è stata un campanello di allarme».
Un aspetto cruciale è poi la stretta connessione tra la salute pubblica e la sostenibilità ambientale, e proprio su questo aspetto ha concentrato l’attenzione il prof. Savarino: «La salute degli uomini e quella del pianeta oggi sono più intrecciate che mai. Sappiamo già che i fattori ambientali sono molto rilevanti per mantenerci in buona salute, dunque il cambiamento climatico, le minacce alla biodiversità o ancora la deforestazione rappresentano una minaccia anche per la salute dell’uomo. Non solo, la stabilità ambientale del mondo ha molto a che fare con molte malattie che contraiamo. C’è poi la questione delle conseguenze della crisi climatica in termini di disuguaglianze sulle diverse fasce di popolazione. Ecco allora che se vogliamo parlare di strategie di salute occorre lavorare su un orizzonte globale nel quale tutti questi fattori siano correlati tra loro.
Naturalmente i problemi che la crisi ambientali pone vanno affrontati e risolti a livello globale, non locale, e questo ci pone di fronte a problemi di natura morale che non riguardano più solo la nostra presenza qui e ora, ma una dimensione ad ampio raggio. Tale dimensione però è non solo difficile da comprendere, ma anche difficile da sentire dal punto di vista emotivo, proprio perché rimanda alla condizione di persone molto lontane da noi: eppure la salute ha una serie di fattori determinanti a livello globale, ai quali devono corrispondere soluzioni altrettanto globali e a lungo termine».