La malattia oncologica attraversa la vita del paziente e dei suoi familiari. Per il paziente l’evento malattia tumorale è riconosciuto come traumatico con la conseguenza di problemi nella sfera dell’identità, del progetto di vita, dell’adattamento, del recupero delle risorse e del ritorno alla normalità, oltre al confronto con la tematica della perdita e della morte. Per i familiari questa esperienza comporta ripercussioni diverse a seconda della tappa del ciclo vitale (coppia, figli, genitori, ecc). Le reazioni appaiono condizionate dal percorso di malattia: il momento diagnostico e di trattamento, il reinserimento al lavoro, l’eventuale ripresa di malattia, la fase avanzata e la fase terminale, tutte necessitano di attenzione privilegiata e di ascolto. Anche l’area del corpo interessata dalla malattia appare in grado di influenzare il vissuto e l’esperienza di adattamento alle cure, a causa degli esiti di interventi chirurgici invasivi e della trasformazione dell’immagine corporea, oltre ai cambiamenti occorsi nella progettualità personale (menopausa e sterilità chirurgica, stomie, ecc).

In particolare i tumori ematologici, a differenza dei tumori solidi, comportano implicazioni psicologiche differenti data la natura diffusa e inestirpabile della malattia. Inoltre, la perdurante incertezza sull’andamento e la prognosi, richiede al paziente e ai suoi famigliari una protratta tolleranza per la coesistenza di rischio e speranza.