L’ospedale San Bortolo è stato il primo centro in tutto il Nord Est a utilizzare questa innovativa terapia per la cura di alcune forme di leucemia e linfoma e oggi può vantare una delle maggiori casistiche in Italia
Sono passati tre anni da quando l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) autorizzò l’ospedale di Vicenza – primo centro in tutto il Nord Est – a utilizzare l’innovativa terapia CAR-T per la cura di alcune forme di leucemia e linfoma: da allora l’utilizzo della “Chimeric antigen receptor T cell” è diventato uno standard terapeutico grazie ai positivi riscontri ottenuti, nei quali un ruolo di primo piano ha avuto proprio la casistica raccolta in questo arco temporale all’ospedale di Vicenza.
In tre anni, infatti, presso l’Ematologia del San Bortolo sono stati valutati quasi 100 pazienti per il trattamento mediante CAR-T e di questi, dopo accurate valutazioni rispetto alle loro caratteristiche e alle indicazioni imposte da AIFA, 40 pazienti sono stati avviati al percorso CAR-T e 27 hanno già ricevuto l’infusione del farmaco, facendo di Vicenza un centro di riferimento per l’esperienza maturata nel tempo.
Il tutto per una terapia che ha portato ad un radicale miglioramento della sopravvivenza dei pazienti affetti da linfomi, con risultati a lungo termine che confermano un mantenimento della risposta a 5 anni di circa il 40-50%, in malati che altrimenti avrebbero una sopravvivenza in media di 6 mesi se continuassero ad essere trattati con le terapie classiche.
«L’introduzione della terapia mediante CAR-T è stata un’innovazione di fondamentale importanza per i malati di alcune forme molto aggressive di leucemia e linfoma – sottolinea la dott.ssa Maria Giuseppina Bonavina, Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica – e come Azienda siamo orgogliosi di avere contribuito ad aprire questa strada e consapevoli del grande valore che ha l’esperienza acquisita in questi tre anni e che possiamo mettere a disposizione dei pazienti. Voglio sottolineare come il fatto di essere stati tra i primissimi in Italia a partire, a Vicenza, non è casuale: è il risultato di una combinazione di circostante dietro le quali vi sono una grande professionalità e passione da parte di tutte le figure coinvolte, penso alla grande tradizione dell’Ematologia di Vicenza e alla presenza nella nostra Azienda di uno dei pochissimi laboratori accreditati da AIFA per le terapie cellulari, ma molto importante è stato anche il contributo di altri reparti e servizi coinvolti nel protocollo di trattamento, come ad esempio la Rianimazione».
Le CAR-T oggi e gli sviluppi futuri
La terapia mediante le cellule CAR-T richiede infatti una serie di conoscenze professionali sia mediche che infermieristiche all’interno del reparto che la esegue, ma anche il supporto di molti specialisti di altissimo profilo all’interno dell’Ospedale (ad esempio, il Servizi Immunotrasfusionale, la Neurologia, la Cardiologia, la Terapia Intensiva). Per questo motivo, è una terapia che si può attuare solo in Centri di altissima specializzazione (i cosiddetti centri HUB), autorizzati da AIFA e dalla Regione.
Una metodica all’avanguardia che ha ancora grandi margini di sviluppo, come spiega il dott. Alberto Tosetto, direttore dell’Ematologia del San Bortolo: «I farmaci CAR-T oggi in commercio hanno indicazione per il trattamento di alcuni linfomi aggressivi (il linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL), il linfoma primitivo del mediastino ed il linfoma mantellare) e della leucemia linfoblastica acuta del bambino e giovane adulto. Nel corso del prossimo anno è prevista inoltre l’entrata in uso della terapia con cellule CAR-T anche per i pazienti con mieloma, mentre già si affacciano le terapia con cellule CAR-T per altre indicazioni in ambito ematologico e dei tumori solidi. Il principio su cui si basano rimane lo stesso: le CAR-T agiscono inducendo una risposta immunitaria contro il tumore nell’organismo, e questo fenomeno si associa ad effetti collaterali specifici, che implicano la gestione del paziente da parte di un gruppo multidisciplinare esperto. È inoltre necessaria anche una fase organizzativa del processo, con il coinvolgimento di figure di settori diversi, come la Farmacia Ospedaliera ed i Servizi Amministrativi dell’Azienda».
All’interno dell’Ematologia del San Bortolo si è dunque strutturato un vero e proprio un team di lavoro dedicato alle CAR-T, del quale fanno parte la dr.ssa Maria Chiara Tisi ed il dr. Marcello Riva, dedicati alle terapie CAR-T; il dr. Carlo Borghero, responsabile del Centro Trapianti; e le coordinatrici infermieristiche Giulia Cavaliere e Anna Bressan. Insieme a loro vi è poi la stretta e fondamentale collaborazione di altre figure specialistiche: dagli infermieri specializzati ai biologi del laboratorio di manipolazione e criopreservazione, i farmacisti e gli specialisti neurologi, rianimatori e cardiologi.
«Un impiego di risorse che è destinato a crescere ulteriormente – spiega ancora il dott. Tosetto – in quanto in un prossimo futuro ci aspettiamo approvazione di nuovi farmaci per i linfomi, ma anche per il mieloma multiplo, oltre che l’indicazione in linee di trattamento sempre più precoci».
Il Laboratorio di Terapie Cellulari Avanzate (LTCA)
Un ruolo di primo piano nel porre Vicenza all’avanguardia nell’utilizzo delle CAR-T ha avuto anche il Laboratorio di Terapie Cellulari Avanzate (LTCA), afferente alla U.O.C. di Ematologia dell’ULSS Berica.
La struttura, nata nel 2010 per volontà dell’allora Primario prof. Francesco Rodeghiero, è un laboratorio realizzato per lo sviluppo di terapie a base di cellule e tessuti ad uso clinico ed ha sede all’interno di Palazzo Giustiniani-Baggio a Vicenza.
LTCA fa parte della rete italiana delle “cell-factories”, laboratori in grado di processare, manipolare geneticamente e preparare per l’utilizzo nel paziente delle cellule umane. A questo riguardo, LTCA è l’unico laboratorio nel Triveneto (ed uno dei pochi in Italia) autorizzato per questi scopi dall’Agenzia Italiana del Farmaco.
LTCA è diretto dal dr. Giuseppe Astori e fanno parte del gruppo le dottoresse Martina Bernardi, Angela Bozza, Daniela Catanzaro, Katia Chieregato ed Anna Merlo.
I progetti di ricerca sono finanziati mediante GRANT Nazionali, finanziamenti privati, donazioni di singoli cittadini ed associazioni no profit, ed in particolare dall’ Associazione Vicentina contro le Leucemie ed i Linfomi-Associazione Italiana Leucemie di Vicenza (AVILL-AIL).
Il ruolo di AVILL-AIL nella terapia con CAR-T
Proprio le Associazioni pazienti, in particolare AVILL-AIL, sono sempre state un supporto fondamentale nello sviluppo di terapie innovative.
Proprio AVILL-AIL nel corso degli anni ha finanziato percorsi di formazione, borse di studio e contratti libero professionali per biologi e personale di ricerca. Parallelamente, l’Associazione supporta i pazienti affetti da malattie onco-ematologiche con varie modalità: finanziando ricerche sulle leucemie, linfomi e mieloma e altre malattie; assistendo i pazienti e i loro familiari; promuovendo la formazione e l’aggiornamento professionale di medici, biologi, infermieri e tecnici di laboratorio; collaborando a sostenere le spese per il funzionamento del Centro di Ematologia e di Trapianto di cellule staminali, e per la realizzazione e la ristrutturazione di Laboratori di Ricerca, acquistando apparecchiature ad alta tecnologia. E ancora, realizzando la “Casa Alloggio” nei pressi del Centro Ematologico, per ospitare i pazienti che vivono lontano e che devono affrontare i lunghi periodi di cura, assistiti dai familiari; e supportando il servizio di Assistenza Domiciliare.