Il post Covid non è meno complesso dei due anni precedenti di pandemia per le Aziende Socio-Sanitarie, chiamate ad affrontare molteplici sfide. «Stiamo recuperando le prestazioni che erano state sospese durante la quarta ondata – sottolinea la dott.ssa Maria Giuseppina Bonavina, Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica – e parallelamente stiamo facendo fronte al picco di richieste di prestazioni che stiamo registrando negli ultimi mesi. Come avevamo già visto negli ultimi due anni, infatti, durante le fasi più acute della pandemia molti tendono a non rivolgersi al medico, probabilmente per paura dei contagi, e questo porta ad un incremento anomalo di richieste quando i contagi scendono, aumentando ulteriormente la pressione complessiva sul sistema. Il tutto in un momento in cui, come sappiamo bene, la ricerca di nuovi medici è diventata estremamente complessa, e questo non certo per la mancanza di volontà di procedere a nuove assunzioni, ma perché molti bandi vanno deserti. A soffrire sono in particolare alcune specialità ospedaliere, come la medicina d’urgenza, ma non solo, e la medicina territoriale. Nonostante queste difficoltà, comunque, come Azienda stiamo producendo il massimo sforzo possibile su tutti i fronti e ritengo che i numeri dimostrino la bontà del lavoro svolto, considerando le difficoltà del momento».
Prestazioni erogate e liste di attesa
Sul fronte delle liste di attesa, infatti, nonostante la necessità di recuperare le prestazioni arretrare e il picco di richieste delle ultime settimane l’ULSS 8 Berica ha addirittura migliorato la propria capacità di risposta per quanto riguarda le prestazioni in classe B, ovvero le più urgenti in quanto da erogare entro 10 giorni. Nel periodo gennaio-aprile 2022 l’Azienda ha erogato 21.417 prestazioni in questa categoria, rispettando per il 96% la scadenza e migliorando così il dato dello stesso periodo del 2019, dunque prima della pandemia, quando era arrivata al 94%. In lieve peggioramento invece – ma “tiene” sostanzialmente – il dato delle prestazioni in classe D (entro 30 giorni): la scadenza è stata rispettata per il 92%, contro il 96% dello stesso periodo del 2019, su un totale di 30.220 prestazioni. Invariato infine il risultato per le prestazioni in classe P (entro 90 giorni), con la scadenza rispettata al 97% (esattamente come nello stesso periodo del 2019) per le 70.361 prestazioni eseguite nei primi 4 mesi di quest’anno.
«In Neurologia, Oculistica e Ortopedia stiamo recuperando bene – analizza il dott. Salvatore Barra, Direttore Sanitario dell’ULSS 8 Berica – mentre la situazione è più complessa in particolare in Cardiologia, Dermatologia, Gastroenterologia, Pneumologia e Radiologia. Per accelerare il recupero ci stiamo avvalendo di prestazioni aggiuntive presso le strutture private accreditate, che comunque costituiscono a tutti gli effetti servizio pubblico dal momento che il cittadino è tenuto a pagare solo il ticket o nemmeno quello se è esente, e in ogni caso monitoriamo costantemente l’attività dei privati accreditati nell’ottica di rendere più efficienti le agende. Sempre con questo obiettivo viene svolto mensilmente un tavolo di monitoraggio tra Direzione Sanitaria, Direzioni Mediche, CUP e Direzione Amministrativa per individuare le azioni atte a migliorare la situazione delle liste d’attesa e dal prossimo mese attiveremo anche un tavolo con i rappresentanti dei Medici di Assistenza Primaria e dei Pediatri di Libera Scelta per analizzare insieme i dati sull’appropriatezza prescrittiva e concordare azioni per monitorare nel tempo questo aspetto, che oggi appare più che mai fondamentale».
Cresce la dotazione di operatori sanitari
Il tutto parallelamente ad un forte impegno per il potenziamento degli organici, nonostante le note difficoltà nel reperire medici (e seppure in misura inferiore anche infermieri).
La dotazione di personale sanitario in organico è infatti cresciuta: i medici in servizio al 31 maggio 2022 erano 920, contro i 905 al 31 dicembre 2019 (+1,7%), mentre gli infermieri e le ostetriche sono cresciute addirittura del 9%, passando nello stesso periodo da 2.579 a 2.811; in aumento anche le altre figure del comparto sanitario (662 contro 635, + 4,3%), così come gli OSS (passati da 1.054 a 1.146, + 8,7%), e gli autisti dei mezzi di soccorso (attualmente sono 49 , contro 47 del 2019, + 4,3%).
Risultati di rilievo considerando le attuali criticità del mercato del lavoro per quanto riguarda gli operatori sanitari, con una scarsa adesione alle procedure selettive e la tendenza dei neoassunti a preferire gli ospedali HUB mettendo così maggiormente in difficoltà gli altri; il tutto in un contesto di elevato un over dovuto al ricambio generazionale.
Uno scenario complesso che l’ULSS 8 Berica sta affrontando con una strategia articolata su più punti: innanzitutto una stretta collaborazione con Azienda Zero per implementare le procedure concorsuali, anche ripetendole più volte nel corso dell’anno; il ricorso all’assunzione dei medici già durante il corso di specializzazione; la ricerca continua anche nelle graduatorie di altre aziende socio-sanitarie, venete e non solo; procedure selettive per incarichi di lavoro autonomo; l’acquisto di prestazioni dal personale dipendente al di fuori del nomale orario di servizio; l’attivazione di incarichi a strutture esterne. Allo stesso tempo, si punta ad accrescere anche l’attrattività dell’Azienda come luogo di lavoro, valorizzando le professioni del comparto sanitario con specifici accordi sindacali aziendali che hanno aumentato la retribuzione e valorizzato le progressioni di carriera.
La medicina territoriale
Più complessa la situazione per quanto riguarda la dotazione di Medici di Medicina Generale: quelli attualmente in servizio nel territorio dell’ULSS 8 Berica sono 286, mentre ne mancano 108. Una carenza in parte mitigata dal forte sviluppo delle forme di aggregazione: le Medicine di Gruppo Integrate attivate sono 8, con 61 medici coinvolti, alle quali si aggiungono ulteriori 3 Medicine di Gruppo Sperimentali (16 medici), 24 Medicine di Gruppo (115 medici), 5 Medicine di Rete (16 Medici) e 1 Medicina in Associazione (4 medici). Dunque la grande maggioranza dei Medici di Medicina Generale oggi lavora in forma aggregata, potendo contare così sul supporto dei colleghi e di una segreteria ben strutturata: solo 74 medici su 286 attualmente operano singolarmente.
«Sulla carenza di Medici di Medicina Generale incide in primis il numero insufficiente di coloro che decidono di perseguire questa strada, il bilancio tra i nuovi “specialisti in medicina generale” e coloro che lasciano a vario titolo l’incarico non è positivo. – sottolinea il dott. Achille Di Falco, Direttore dei Servizi Socio-Sanitari dell’ULSS 8 Berica – frutto di scelte passate di programmazione che oggi stanno rivelando molti elementi critici: così sta diventando sempre più difficile riuscire a garantire il ricambio generazionale. Inoltre, probabilmente, c’è anche un’attrattività minore di questo ruolo rispetto al passato agli occhi dei giovani medici, nonostante il medico di medicina generale continui a essere una figura essenziale e oggi questa professione sia molto più dinamica e stimolante rispetto al passato, anche in considerazione della possibilità di lavorare in team con colleghi infermieri e con supporto amministrativo e il loro coinvolgimento in importanti programmi sia per la prevenzione, sia per la gestione dei pazienti cronici nonché sulla realizzazione di percorsi di formazione condivisi».