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ULSS 8 BERICA – Funghi raccolti: in caso di dubbio c’è un servizio dedicato

ULSS 8 BERICA – Funghi raccolti: in caso di dubbio c’è un servizio dedicato

Tutti i lunedì pomeriggio è possibile verificare con un esperto micologo
la tipologia e dunque la sicurezza dei funghi raccolti.
I consigli dell’esperto per prevenire pericolose intossicazioni

Con l’arrivo dell’autunno uno dei passatempi preferiti da migliaia di vicentini che frequentano le montagne è la raccolta di fughi. Un passatempo semplice e salutare, dal momento che implica lunghe passeggiate in mezzo alla natura, ma non privo di pericoli per chi non è un esperto conoscitore della materia. Il rischio di raccogliere una varietà nociva per la salute è infatti sempre in agguato: per questo motivo il Dipartimento di Prevenzione dell’ULSS 8 Berica ricorda che è attivo un servizio dedicato, presso la sede del Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (a Vicenza in via IV novembre 46). In caso di dubbi sulla sicurezza dei funghi raccolti, infatti, è possibile farli esaminare gratuitamente da un esperto micologo, disponibile tutti i lunedì pomeriggio con accesso libero dalle 14.00 alle 16.00 e su appuntamento negli altri giorni (contattando la segreteria del SIAN al numero 0444752228). Per essere esaminati, i funghi devono essere interi, e naturalmente essere stati raccolti osservando le regole di base di questa attività (quantità moderata, contenitori traforati, etc.)

Il servizio rientra nell’ambito dell’attività più ampia svolta dall’Ispettorato Micologico, attivo nell’Azienda socio-sanitaria vicentina fin dal 1996: tra le attività svolte vi sono infatti anche il controllo e la certificazione dei funghi destinati alla vendita, i controlli sul territorio per eventuali campionamenti di funghi da analizzare e le consulenza micologiche svolte su richiesta del Pronto Soccorso o dei reparti ospedalieri in caso di sospetta intossicazione. Il tutto con personale altamente qualificato che ha frequentato uno specifico corso biennale ed è iscritto all’Albo dei Micologi.

«Naturalmente il pericolo più grande è rappresentato dal consumo di specie velenose e mortali, presenti anche nelle nostre montagne – spiega il dott. Claudio Gemo, esperto micologo e tecnico del Dipartimento di Prevenzione – ma anche senza arrivare a questi casi estremi le intossicazioni da funghi possono essere molto pericolose. Generalmente si distinguono in sindrome a breve latenza (con sintomi che compaiono entro le 4 – 6 ore dall’ingestione) e sindrome a lunga latenza che sono le più pericolose perché sono causate da funghi che provocano danno epatico o renale, anche a distanza di giorni dall’ingestione. I sintomi delle sindromi a lunga latenza all’inizio possono essere gastroenterite, nausea, vomito e potrebbero essere sottovalutati, provocando dunque un ritardo nelle terapie necessarie: ecco perché è importante prestare sempre attenzione a questi sintomi dopo avere ingerito dei funghi».

Nelle nostre montagne sono presenti infatti numerose varietà non commestibili, alcune delle quali possono essere facilmente confuse con quelle che tipicamente vengono consumante.
«Al fine di evitare intossicazioni e avvelenamenti ci sono delle regole minime da rispettare – spiega ancora il dott. Gemo -. Il primo e più importante è non raccogliere e non consumare funghi di cui non si è sicuri della commestibilità. Inoltre le credenze antiche ed empiriche come l’aglio che rimarrebbe bianco in cottura se i funghi sono commestibili, o la monetina d’argento o il prezzemolo che annerisce o ingiallisce non sono assolutamente valide! Va ricordato inoltre che per le specie velenose la cottura non serve a renderle meno tossiche perché le tossine di questi funghi sono termostabili. Inoltre è bene non consumare funghi in quantità abbondante, né funghi crudi o comunque non adeguatamente cotti: perché ad esempio anche il classico “chiodino”, ovvero l’Armillaria Mellea, è tossico, con tossine che si espellono attraverso una bollitura insistente, almeno 20 minuti prima della cottura definitiva, ed avendo cura di eliminare l’acqua di cottura. E in caso di sintomi gastrointestinali dovuti all’ingestione da funghi è necessario recarsi al più presto possibile al Pronto Soccorso, portando possibilmente eventuali residui o frammenti di avanzi di quanto consumato».

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