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ULSS 8 Berica – Conferenza pubblica sui disturbi del comportamento alimentare

ULSS 8 Berica – Conferenza pubblica sui disturbi del comportamento alimentare

Sul tema un incontro pubblico con Janet Treasure del King’s College di Londra

VICENZA – Nell’ambito del progetto Bridge, l’Azienda ULSS 8 Berica ha organizzato una conferenza pubblica sul coinvolgimento delle famiglie nei trattamenti dei disturbi del comportamento alimentare, tenutasi ieri sera a Palazzo Bonin Longare a Vicenza con il contributo dell’Associazione Midori e della Fondazione Cariverona. Sull’argomento sono intervenuti la professoressa Janet Treasure, direttore dell’Unità di trattamento dei Disturbi Alimentari e docente di psichiatria al King’s College di Londra, il professor Paolo Santonastaso e la dottoressa Valentina Cardi del dipartimento di neuroscienze dell’Università di Padova.

La dott.ssa Janet Treasure, psichiatra, è nota a livello internazionale per i suoi studi pionieristici nell’approccio collaborativo con i pazienti e le famiglie nel trattamento dei disturbi alimentari, sviluppati presso il Maudsley Hospital di Londra. Il prof. Paolo Santonastaso è professore di Psichiatria all’Università di Padova, già fondatore e responsabile del Centro regionale di riferimento per disturbi alimentari di Padova. La dott.ssa Valentina Cardi è ricercatrice e docente presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’ateneo patavino.

«La famiglia – ha dichiarato la dott.ssa Janet Treasure – svolge un ruolo molto importante per quanto riguarda i disturbi alimentari. È uno dei superpoteri che abbiamo a disposizione per poter gestire questo problema. Spesso, infatti, la famiglia è in grado di cogliere i primi segnali nel figlio e di incoraggiarlo a sottoporsi ad un trattamento il prima possibile, il che garantisce un esito migliore. Sono molti i campanelli di allarme che possono mettere una famiglia in allerta rispetto ai disturbi alimentari: dall’evitare di consumare i pasti con la famiglia o di vedere i propri amici al minor interesse nei confronti del cibo e maggior interesse verso l’attività fisica, fino alla perdita di peso. Tutti questi sono segnali di base che possono essere individuati in primis dalle famiglie».

Gli studi hanno dimostrato l’importanza del coinvolgimento dei familiari nel trattamento dei disturbi del comportamento alimentare e le linee guida italiane e internazionali considerano i trattamenti basati sulla famiglia di prima linea nel percorso di cura di adolescenti e giovani adulti. In particolare, le ricerche sul metodo Maudsley hanno evidenziato la sua efficacia nel ridurre i livelli di ansia e stress dei familiari coinvolti, nel ridurre i fattori di mantenimento della malattia e sviluppare nuove capacità di gestione della stessa. Il modello promuove un approccio collaborativo tra equipe curante, familiari e utente, in cui la conoscenza delle caratteristiche delle patologie, delle diverse fasi di malattia e delle reazioni che queste comportano all’interno del nucleo familiare, diventano le basi per il trattamento stesso. Tale coinvolgimento, oltre a facilitare e promuovere un linguaggio comune, offre comprensione e supporto all’elaborazione delle emozioni e dei vissuti che inevitabilmente si attivano nei percorsi di cura di queste gravi patologie e, attraverso l’ascolto e specifiche tecniche comunicative e di gestione delle emozioni, permette ai familiari di diventare una risorsa nel processo di guarigione.

«Queste metodologie – spiega la dott.ssa Alessandra Sala, responsabile del Centro di riferimento provinciale per i disturbi del comportamento alimentare e del peso dell’Ulss 8 Berica – risultano particolarmente necessarie nella situazione attuale, che ha visto un aumento significativo di richieste di trattamento e presa in carico ai servizi che si occupano di adolescenti e giovani con disturbi alimentari. In linea con i dati internazionali che riportano un aumento fino al 30% dei casi e del 50% dei ricoveri per queste patologie, anche il Centro di riferimento provinciale di Vicenza si è trovato a fronteggiare un aumento di richieste e di progressivo abbassamento dell’età di esordio del disturbo».

«Da sempre – sottolinea il dott. Achille Di Falco, Direttore dei Servizi Socio-Sanitari dell’ULSS 8 Berica – il Centro di riferimento provinciale per i disturbi del comportamento alimentare e del peso, che è gestito dalla nostra Azienda Socio-Sanitaria, lavora con una metodologia che prevede la presa in carico completa e multidisciplinare non solo del paziente, ma anche della famiglia. Proprio la famiglia ha infatti un ruolo fondamentale per una diagnosi precoce, individuando i primi segnali di allarme, e quindi per accompagnare la persona nel suo percorso di cura. Per riuscirci però è fondamentale che le famiglie conoscano la malattia e le sue possibili evoluzioni. Al tempo stesso però le famiglie vanno anche aiutate, perché questo tipo di patologie non colpisce solo l’individuo, ma a vari livelli influenza l’intero nucleo familiare. L’incontro ha rappresentato dunque un’occasione preziosa di informazione e sensibilizzazione su una condizione che troppe volte viene vissuta nell’ombra e che si sviluppa anche grazie a questa carenza di informazione».

L’incontro è stato organizzato dal Centro di riferimento Provinciale per i Disturbi del Comportamento Alimentare e del Peso dell’Azienda ULSS 8 Berica, nell’ambito del progetto Bridge, un polo innovativo che, tra le varie attività, si occupa dell’accoglienza e sostegno delle famiglie con figli minori o adolescenti in condizione di malattia. Scopo del progetto è contribuire a migliorare la qualità della presa in carico del sistema famiglia durante l’esperienza di malattia, sostenendo la genitorialità ed evitando il burn-out dei caregiver, in particolare nei percorsi di ospedalizzazione di media e lunga durata.
Il Polo offre uno sportello di orientamento per facilitare i percorsi di cura extra ospedalieri, un servizio di supporto psicoeducativo e di sostegno psicologico per i giovani pazienti e attività psicoeducative e gruppi di auto mutuo aiuto rivolti a utenti e famiglie. Come per questo evento, il progetto prevede il coinvolgimento di un pubblico sempre più ampio sui temi della prevenzione, sviluppando pertanto specifici incontri con finalità informative e psicoeducative. Nato dalla collaborazione tra l’Azienda ULSS 8 Berica e il Comune di Vicenza, il progetto è sostenuto dalla Fondazione Cariverona e dalla Fondazione Emanuele, Luigi e Maria Dalla Vecchia onlus e coinvolge una rete di partner: Vicenza for Children, Kairos Donna, Convivium, Midori, Croce Bianca.

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