Si tratta di quattro focometri digitali, del valore complessivo di 12 mila euro, donati dalla Vibo di Trissino in occasione dei 40 anni di attività dell’azienda.
Sono arrivati in questi giorni nel reparto di Oculistica dell’ospedale di Montecchio Maggiore 4 nuovi focometri digitali, che arricchiscono così le dotazioni di un reparto la cui attività è cresciuta molto negli ultimi due anni, di là delle difficoltà contingenti legate all’emergenza Covid.
Le nuove apparecchiature, del valore complessivo di circa 12 mila euro, sono il frutto di una donazione da parte della Vibo di Trissino, che ha scelto di festeggiare così i 40 anni di attività.
«Questi strumenti – spiega la dott.ssa Sandra Radin, direttore dell’U.O.C. di Oculistica – si utilizzano per la “lettura” delle lenti, ovvero per capire la tipologia e la gradazione delle lenti che stanno utilizzando i pazienti. Naturalmente avevamo già in reparto uno strumento di questo tipo, ma era in condivisione tra più ambulatori: ora ciascun ambulatorio disporrà del proprio focometro e questo semplificherà sicuramente le attività. Ringrazio i signori Franco Bonin e Luisa Nardi, che dirigono l’azienda insieme al figlio Francesco, per questa generosa iniziativa».
Un bella novità per un reparto che nei mesi scorsi ha compiuto importanti sforzi anche sul piano organizzativo: «A causa del Covid – spiega ancora la dott.ssa Radin – abbiamo dovuto rivedere tutti i flussi degli utenti, anche con piccole ristrutturazioni interne. Il risultato è un utilizzo più razionale degli spazi e un miglioramento significativo dei percorsi, dei quali beneficeranno anche in futuro i pazienti, a prescindere dalle norme anti-Covid».
Il tutto per un’attività che non si è affatto interrotta per effetto della “seconda ondata”: «Ora stiamo lavorando quasi come prima, anche perché in reparto vengono svolte le visite di approfondimento diagnostico che in genere non sono soggette alle attuali limitazioni sulle prestazioni meno urgenti. Certo c’è una parziale riduzione di attività legata ad una richiesta minore da parte degli utenti o alle disdette di alcuni pazienti che hanno timore a venire in ospedale. Un timore che però è del tutto infondato: infatti cerchiamo di “recuperare” questi pazienti, perché è importante non trascurare eventuali problemi alla vista con il rischio di compromettere ulteriormente la situazione».