Lo spazio, unico nel suo genere in Veneto, è stato inaugurato oggi. Offrirà un ambiente intimo per accompagnare le famiglie durante il percorso di dimissioni, ma sarà utilizzata anche durante la fase delle cure palliative
per i bambini nati con gravi patologie.
La stanza è stata realizzata grazie al contributo dell’Associazione vicentina ABAM onlus.
In Terapia Intensiva Neonatale ogni sforzo dell’equipe è concentrato sul benessere del neonato, ma senza mai porre in secondo piano l’attenzione ai genitori, la cui presenza – con il loro contatto e la loro voce – è a tutti gli effetti un elemento terapeutico.
Proprio pensando al neonato all’interno della dimensione familiare è stata inaugurata questa mattina al San Bortolo la prima Family Room in Veneto all’interno di una Terapia Intensiva Neonatale.
La stanza è collocata all’interno della TIN, poco prima dell’area delle degenze. Al suo interno sono stati collocati due letti singoli per i genitori, due lettini per neonato e due poltroncine, oltre ad un armadio dove riporre le proprie cose; non manca il bagno privato. L’arredamento è moderno e i colori vivaci ma allo stesso tempo sobri: l’obiettivo è ricreare il più possibile un’atmosfera familiare e serena pur essendo all’interno di un reparto ospedaliero di area critica.
Il tutto per uno spazio destinato ad un duplice utilizzo. Nei casi in cui i bambini nati-pretermine non superino la fase acuta, o in caso di nascita con malformazioni congenite gravi, sarà una stanza protetta all’interno della quale i genitori avranno la possibilità di trascorrere alcuni momenti di tranquillità e intimità con il neonato durante la somministrazione delle cure palliative.
«Ritengo che la Family Room sia un ulteriore passo verso un concetto di cura centrata sì sul paziente, ma anche su tutta la famiglia – spiega la dott.ssa Stefania Vedovato, responsabile della Terapia Intensiva Neonatale del San Bortolo – Sarà uno spazio di intimità e di privacy in cui le famiglie che devono vivere la terribile esperienza di un neonato che viene a mancare avranno la possibilità di trascorrere del tempo con il proprio bambino: questo favorisce una rielaborazione del lutto nei mesi successivi».
Parallelamente, la Family Room sarà utilizzata anche come spazio sicuro e accogliente a disposizione dei genitori e dei neonati per affiancare e accompagnare le famiglie durante il percorso di dimissioni dei bambini nati pre-termine. In questo caso i genitori vi potranno soggiornare giorno e notte insieme al proprio neonato, verificando in sicurezza le proprie capacità di accudimento acquisite in Patologia Neonatale e rafforzandole, con tranquillità di sapere di poter contare vicino a loro sulla disponibilità del personale medico-infermieristico del reparto.
«Nei casi di grave prematurità la permanenza in TIN è molto lunga e anche estremamente stressante per i genitori. – spiega ancora la dott.ssa Vedovato – Ecco allora che la Family Room potrà essere utilizzata anche come “ponte” verso le dimissioni. Un ponte perché in TIN il genitore impara sì a conoscere il proprio bambino, ma sempre con il supporto del monitor e degli infermieri e per quanto ci sia un programma di integrazione del genitore già dall’inizio della degenza, questi non ha mai completamente in carico il proprio figlio. Così dopo un lungo periodo di degenza ci si trova a dover tagliare un altro cordone ombelicale e questo passaggio per molti può essere un evento che crea incertezza e stress. Di qui l’importanza di prepararsi a questo passaggio in un ambiente in cui si è sì autonomi, ma sapendo di avere disponibili e vicine delle risorse medico-infermieristiche. Questo consente di vivere il momento con più serenità e sicurezza, che non sono concetti astratti perché la fiducia del genitore nelle proprie competenze genitoriali è fondamentale per favorire l’interazione con il bambino ed è associata anche ad un migliore sviluppo neurologico dei bambini. Dunque lavorare su “potenziamento” dei genitori ha effetti positivi anche sul neonato. La Family Room mette ancora di più al centro le famiglie, sempre con l’obiettivo del benessere del bambino a lungo termine».
«Questo progetto innovativo conferma ulteriormente l’eccellenza della Terapia Intensiva Neonatale di Vicenza e di tutta la Pediatria del San Bortolo – sottolinea la dott.ssa Maria Giuseppina Bonavina, Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica – e soprattutto rappresenta un ulteriore passo verso un’assistenza sempre più orientata alla presa in carico della persona piuttosto che alla semplice cura della patologia. Voglio sottolineare che questa filosofia viene da sempre applicata nella Pediatria di Vicenza, e in TIN in particolare, andando anche oltre questo concetto, perché la presa in carico è a livello familiare. La nuova Family Room è il simbolo concreto di questa sensibilità. Ringrazio l’Associazione ABAM Onlus e tutti i donatori per avere reso possibile questo progetto».
Un progetto destinato a portare benefici concreti anche sul piano clinico e organizzativo, come sottolinea la dott.ssa Romina Cazzaro, Direttore Sanitario dell’ULSS 8 Berica: «Questo progetto servirà anche a ridurre il rischio di rientri in ospedale e ciò è molto importante innanzitutto per il benessere del neonato e la serenità dei genitori, ma anche sul piano organizzativo per la nostra Patologia Neonatale e Pediatria, spesso sotto pressione in termini di ricoveri».
La Family Room è stata realizzata grazie ad una raccolta fondi del valore di 50.000 euro coordinata dall’Associazione ABAM Onlus:
«E’ uno dei progetti più importanti per la nostra Associazione, – spiega Paolo Bassan, presidente dall’Associazione ABAM Onlus – non solamente per l’importo economico rilevante, ma anche per il concetto che esprime. ABAM Onlus, infatti, tra i suoi obiettivi primari ha sia l’acquisto di apparecchiature medicali per i reparti pediatrici e sia l’assistenza alle famiglie dei piccoli pazienti; la Family Room è la sintesi perfetta di questi due concetti! E’ un progetto che ci ha coinvolti sin da subito anche nella progettazione di spazi ed arredi ed ora, vedere i nostri piccoli-grandi sogni realizzati, ci riempie il cuore di gioia.
Ringrazio quindi i tanti sostenitori e finanziatori che hanno creduto assieme a noi a questo progetto, in particolare Unicredit S.p.A. per la sensibilità dimostrata e per aver generosamente contribuito a questo risultato».