Si è svolta oggi l’inaugurazione delle strutture, entrambe con caratteristiche all’avanguardia, frutto di un investimento complessivo di circa 2,7 milioni di euro
Prosegue il programma di rinnovamento tecnologico e strutturale dell’ospedale San Bortolo, con la conclusione di un doppio intervento del valore complessivo di circa 2,7 milioni di euro, finalizzato a garantire i più elevanti standard tecnologici e assistenziali in due ambiti strategici: il nuovo Centro Trapianti e la nuova Terapia Intensiva Post Operatoria (T.I.P.O.). I due interventi sono stati presentati ufficialmente questa mattina, alla presenza dell’Assessore regionale alla Sanità e ai Servizi Socio Sanitari Manuela Lanzarin, dell’Assessore alle Politiche Sociali Matteo Tosetto delegato dal Sindaco di Vicenza Giacomo Possamai; del Presidente della Conferenza dei Sindaci Dino Magnabosco e della dott.ssa Patrizia Simionato, Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica.
Proprio il Direttore Generale introduce così le due opere: «Si tratta di progetti diversi ma in parte complementari, perché i pazienti sottoposti a trapianto di rene come noto trascorrono la prima giornata in T.I.P.O. dopo l’intervento. Da una parte dunque abbiamo una tradizione di eccellenza nell’ambito trapiantologico, che meritava di poter contare su strutture al passo con i tempi: il primo trapianto di rene a Vicenza è stato svolto ben 36 anni fa, un arco di tempo che in medicina equivale ad un’era geologica, è naturale dunque che nel frattempo si siano imposti nuovi standard in termini di tecnologie, efficienza degli impianti e anche qualità dell’accoglienza per i pazienti. Ora l’ospedale San Bortolo è nuovamente all’avanguardia anche in questo ambito. Parallelamente abbiamo rinnovato la T.I.P.O., che svolge un ruolo essenziale in quanto garantisce l’assistenza intensiva ai pazienti sottoposti agli interventi maggiori, senza per questo sottrarre posti letto alla terapia intensiva vera e propria. Anche in questo caso abbiamo introdotto i più avanzati standard tecnologici, insieme ad una serie di accorgimenti per semplificare e migliorare il lavoro del personale sanitario, e l’aggiunta di 3 ulteriori posti letto ci consentirà di incrementare l’attività chirurgica, dunque rappresenta una risorsa importante anche nell’ottica di ridurre le liste di attesa. Entrambi gli interventi rappresentano dunque un significativo passo in avanti nell’ottica di mettere a disposizione dei vicentini, e non solo, un ospedale sempre più all’avanguardia, con strutture e dotazioni all’altezza delle eccellenti professionalità che operano al suo interno».
Nuovo Centro Trapianti
Con questo intervento, l’ospedale di Vicenza può ora contare su un Centro Trapianti di fatto completamente nuovo e dotato di alti standard qualitativi. Frutto di un investimento di circa 700 mila euro, il nuovo Centro Trapianti è collocato al 6° piano del monoblocco: si compone di 4 posti letto di degenza semi-intensiva, di una stanza adibita all’accoglimento del paziente e di una sala terapia dotata di sistema per il controllo in telemetria del paziente, dunque con possibilità di monitorare i pazienti anche da remoto presso la postazione infermieristica.
Parallelamente, i nuovi ambienti garantiscono anche standard di accoglienza significativamente migliori in termini di confort ed estetica delle stanze di degenza. Il tutto ponendo sempre in primo piano la sicurezza del paziente, attraverso sofisticati sistemi di isolamento e areazione. Allo stesso tempo, l’intervento ha visto anche il rinnovo completo degli impianti e il miglioramento dell’isolamento termico degli ambienti, con un significativo incremento dell’efficienza energetica.
«L’attività trapiantologica renale, – afferma il dott. Oscar Banzato, Direttore UOC Chirurgia Generale di Noventa Vicentina, nonché medico chirurgo che da anni esegue trapianti di rene – si caratterizza per essere un processo in continuo miglioramento e le sinergie tra le varie parti che lo compongono si sono evolute negli anni e sono progredite raggiungendo standard di qualità assolutamente eccellenti. E’ una macchina operativa, che spesso nel suo insieme, coinvolge circa 100 professionisti (tutti coloro che partecipano dalla selezione del paziente alla fase operativa). Il Centro Trapianti si è distinto sempre più nella selezione dei trapianti da donatore vivente con l’introduzione del prelievo di rene per via laparoscopica iniziato nel 2001. Recentemente è stato introdotto anche il prelievo robotico del rene da donatore vivente che negli anni a seguire sembra essere “Gold standard” in questa attività».
In questo momento il Centro Trapianti del San Bortolo si pone – dal punto di vista strutturale, organizzativo ed assistenziale – come un punto di riferimento all’avanguardia per la cura e il trattamento dei pazienti affetti da insufficienza renale cronica, valorizzando così ulteriormente quella che a tutti gli effetti rappresenta un’eccellenza dell’ospedale San Bortolo. «Il trapianto è una modalità terapeutica particolarmente delicata – sottolinea la dott.ssa Monica Zanella, direttore dell’U.O.C. Nefrologia Dialisi e Trapianto Renale dell’ULSS 8 Berica – sia per il tipo di pazienti sia per le problematiche cliniche ed immunologiche che comporta. Le caratteristiche strutturali ed organizzative del rinnovato Centro Trapianti ci consentiranno di dare ai nostri pazienti il massimo delle cure e delle attenzioni facendoli sentire in un ambiente confortevole, efficiente e diciamo anche ‘’familiare’’. La realizzazione di questa nuova struttura testimonia l’attenzione e l’impegno della Direzione della nostra ULSS nei confronti di questa attività e questo ci inorgoglisce e ci dà ulteriori stimoli per fare sempre meglio».
Il programma di trapianto renale dell’Ospedale San Bortolo è iniziato nel luglio 1988: da allora e fino al 31 dicembre 2023 sono stati effettuati complessivamente 1.080 trapianti, di cui 908 da donatore cadavere 172 da donatore vivente; tra questi anche alcuni casi di donatore “samaritano” e di trapianto cross-over nazionale e internazionale. E anche quest’anno l’attività è proseguita su ritmi di assoluto rilievo: dal 1 gennaio 2024 ad oggi sono già stati eseguiti 24 trapianti, di cui 19 da donatore non vivente e 5 da donatore vivente.
Il Centro Trapianti di Vicenza, che esegue una cinquantina di trapianti di rene l’anno, è integrato nella rete inter-regionale del N.I.T. (North Italian Transplant), coordinato dal Centro Nazionale Trapianti. L’attività clinica coinvolge vari reparti che costituiscono un team multidisciplinare di esperti per garantire ai pazienti l’accesso alle più moderne opzioni di trapianto ed un percorso di cura integrato e personalizzato.
Più in dettaglio, l’U.O.C. di Nefrologia gestisce la selezione dei pazienti, la fase clinica durante il ricovero, la terapia immunosoppressiva ed il follow-up ambulatoriale; l’U.O. di Chirurgia Generale effettua l’intervento di trapianto e gestisce le complicanze chirurgiche durante il ricovero; mentre l’U.O. di Anestesia-Rianimazione assiste i pazienti nel corso delle prime 12 ore post-operatorie. L’attività di Trapianto si avvale inoltre del contributo indispensabile dei servizi di diagnostica (Laboratorio, Radiologia, Medicina Nucleare, Immunotrasfusionale) e di altri reparti specialistici.
I pazienti vengono accolti e preparati all’intervento chirurgico, trascorrono la prima notte post-trapianto in T.I.P.O. e sono poi trasferiti nella degenza del Centro Trapianti dove rimangono fino alla dimissione (salvo casi selezionati dove per motivi clinici possono essere trasferiti in Nefrologia).
«Donare gli organi significa donare vita, la più alta espressione di altruismo, ed è al donatore e ai suoi famigliari che va rivolto il ringraziamento nostro e di coloro che potranno continuare la loro vita grazie a questo atto di generosità» afferma il Direttore Generale, dott.ssa Patrizia Simionato. In questo senso, il coordinatore aziendale trapianti, dott. Silvio Marafon, sottolinea «la sensibilità alla donazione nel tempo dimostrata dalla popolazione vicentina con conseguenti risultati positivi nella donazione di organi, donazione peraltro incrementata nell’ultimo biennio».
Nuova Terapia Intensiva Post Intervento (T.I.P.O.)
Proprio la nuova Terapia Intensiva Post operatoria (T.I.P.O.) costituisce un altro progetto di assoluto rilievo, che risponde alla necessità di allocare questa Unità al di fuori del Gruppo Operatorio ma in prossimità di quest’ultimo, aumentando allo stesso tempo i posti letto (che passano dai precedenti 5 a 8) e introducendo la disponibilità un posto letto isolato. Necessità quest’ultima legata alla presenza sempre più ampia di malati immunocompromessi o portatori di infezioni con microorganismi multiresistenti.
Frutto di un investimento di oltre 2 milioni di euro, la nuova T.I.P.O è stata ricavata nei locati in precedenza adibiti a spogliatoi degli anestesisti, che per l’occasione sono stati oggetto di una completa ristrutturazione, con la demolizione e ricostruzione delle tramezzature interne per la ridefinizione degli spazi interni in base alla nuova destinazione d’uso; l’installazione degli impianti elettrici, speciali, idrici e di climatizzazione; il rifacimento dei rivestimenti (pareti e pavimentazioni) e l’installazione delle più avanzate tecnologie per l’assistenza ai pazienti.
«Alla luce dell’incremento delle attività sui pazienti critici era molto importante poter contare su un numero maggiore di posti letto – sottolinea il dott. Vinicio Danzi, Direttore dell’UO.C. Anestesia e Rianimazione dell’ULSS 8 Berica – così come molto importante è la disponibilità di un posto letto completamente isolato. Tutto questo senza dimenticare comunque che esiste da sempre un rapporto molto serrato e di mutuo supporto tra la Rianimazione e la T.I.P.O., con la reciproca possibilità per l’una di accogliere pazienti dell’altra in caso di necessità».
Nel corso del 2023, la T.I.P.O. ha accolto 840 pazienti, un dato di assoluto rilievo destinato ad aumentare ulteriormente in futuro grazie alla disponibilità di 3 posti letto aggiuntivi.