Per i bambini nati fortemente prematuri, una delle complicanze più frequenti e pericolose è quella di sviluppare una grave retinopatia del prematuro (ROP), che se non viene identificata e curata nei tempi corretti può portare alla cecità. Dal 2017 l’Unità Operativa Complessa di Oculistica dell’ospedale di Montecchio Maggiore opera come centro altamente specializzato proprio nella diagnosi e terapia delle retinopatie pediatriche, con particolare riferimento ai neonati prematuri. Un’attività delicata, svolta in stretta collaborazione con la Terapia Intensiva Neonatale del San Bortolo, per la quale il reparto potrà contare da oggi su due nuove apparecchiature donate dall’Associazione Teosofica Italiana APS: si tratta di due oftalmoscopi indiretti, del valore di circa 6.800 euro, che con l’ausilio di una lente per la messa a fuoco permettono di visualizzare tutte le strutture retiniche e di monitorare l’evoluzione dello sviluppo retinico, in modo da intercettare i piccoli che necessitano di trattamento.
“La terapia – spiega la dott.ssa Sandra Radin, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica dell’ospedale di Montecchio Maggiore – può essere mediante laser o con iniezioni intravitreali di farmaci che bloccano lo sviluppo della retinopatia”.
Un’attività di nicchia e di grande responsabilità, che presenta una lunga curva di apprendimento proprio per la difficoltà di valutare bambini tanto piccoli, condotta direttamente dalla dott.ssa Radin insieme due collaboratori, la dott.ssa Menolascina e il dott. Zampieri.
Il tutto in stretta collaborazione con la Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale di Vicenza, che è uno dei principali reparti di riferimento in Veneto in questo ambito di specializzazione, in grado di assistere neonati venuti alla luce a sole 23 settimane gestazionali e con un peso anche inferiore ai 450 gr. a volte provenienti anche da altre province.
“Presso la Patologia Neonatale eseguiamo circa 300 consulenze l’anno – spiega la dott.ssa Radin – mentre il successivo follow up di questi bambini (e quindi la loro completa presa in carico) avviene presso il reparto Oculistico di Montecchio Maggiore, con un carico di altre 570 visite l’anno, con pazienti provenienti anche da altre regioni per i trattamenti laser oculistici. Avevamo quindi bisogno di due oftalmoscopi indiretti wireless (quindi senza fili perché in un ambiente delicato come la Patologia Neonatale dobbiamo evitare inutili elementi inquinanti), uno da usare presso la patologia neonatale di Vicenza e uno presso il nostro ambulatorio di Montecchio Maggiore dedicato al loro successivo follow up. Ringrazio dunque l’Associazione Teosofica Italiana APS per questa doppia donazione, che ci mette a disposizione una strumentazione essenziale”.
Un ringraziamento arriva anche dalla dott.ssa Sara Mondino, Direzione Medica Ulss 8 Berica: “A nome di tutta l’Azienda ringrazio l’Associazione e quanti hanno contribuito all’acquisto di queste apparecchiature. Questo gesto di generosità va a sostenere un reparto che nel corso degli anni ha saputo affermarsi come un punto di riferimento, non solo a livello provinciale ma anche regionale e e non solo, la cui attività in sinergia con la Terapia Intensiva Neonatale di Vicenza rappresenta anche un magnifico esempio di come sia davvero possibile che reparti di ospedali diversi lavorino insieme come se fossero divisi solo da un piano o una parete. Questo dimostra che il processo di unificazione interno all’Azienda condotto negli ultimi anni ha oggi raggiunto uno stadio molto avanzato, portando grandi benefici ai pazienti in termini di competenze specialistiche ed efficienza”.