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Un nuovo braccio elettronico per la Neurochirurgia del “San Bortolo”

Un nuovo braccio elettronico per la Neurochirurgia del “San Bortolo”

Viene utilizzato per le procedure diagnostiche e gli interventi nelle zone del cervello più difficili da raggiungere. Il progetto è stato finanziato da Confindustria Vicenza tramite la Fondazione San Bortolo.

La più recente innovazione tecnologica introdotta nella Neurochirurgia dell’ospedale di Vicenza è un braccio elettronico per il neuronavigatore, utilizzato dunque per le procedure stereotassiche. La nuova tecnologia è stata illustrata questa mattina, in occasione di un incontro che ha visto la partecipazione dell’Assessore regionale alla Sanità e ai Servizi Socio Sanitari Manuela Lanzarin, del Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica dott.ssa Patrizia Simionato e della presidente di Confindustria Vicenza Laura Dalla Vecchia; insieme a loro il dott. dott. Lorenzo Alvaro, direttore dell’U.O.C. Neurochirurgia del San Bortolo, e il dott. Massimo Piacentino, chirurgo in staff alla Neurochirurgia con incarico di Alta Specializzazione in Neurochirurgia Funzionale. Il braccio elettronico è stato infatti messo a disposizione in comodato d’uso gratuito per due anni grazie ad un progetto del valore di 85 mila euro, finanziato da Confindustria Vicenza tramite la Fondazione San Bortolo.

«Vorrei ringraziare Confindustria Vicenza per questa iniziativa – sottolinea la dott.ssa Patrizia Simionato, Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica – e la Fondazione San Bortolo che ancora una volta ha svolto un ruolo importante nel concretizzare la generosità del territorio nei confronti dell’ospedale di Vicenza. Si tratta di una ulteriore tecnologia che va a potenziare un reparto dove già sono presenti dotazioni e professionalità di altissimo livello».

Un concetto ripreso anche da Laura Dalla Vecchia, presidente Confindustria Vicenza «Come Associazione siamo lieti di far parte di questo progetto e di averlo sostenuto. La Neurochirurgia è infatti un reparto fondamentale non solo per Vicenza ma per l’intera provincia ed è importante che le famiglie sappiano che sono presenti nel nostro territorio questo tipo di eccellenze in sanità. A questo riguardo, ritengo che per avere delle aziende forti mai come oggi serva anche un territorio forte, nel quale la salute dei lavoratori e dei cittadini è tutelata: si parla molto di welfare e non vi è dubbio che oggi il welfare principale sia la sanità, che va sostenuta con tutte le nostre forze affinchè il territorio sia attrattivo per i lavoratori. Sostenere la sanità è dunque sicuramente un’opera di bene, ma c’è anche un ritorno per le aziende. Non a caso tra i fondatori della Fondazione San Bortolo ricordiamo con affetto la figura di Giancarlo Ferretto, che è stato anche presidente di Confindustria Vicenza».

Proprio sullo stretto legame tra tessuto imprenditoriale e il sistema sanitario regionale ha richiamato l’attenzione l’Assessore regionale alla Sanità e ai Servizi Socio-Sanitari Manuela Lanzarin: «Questo progetto è l’ennesima testimonianza, oltre che dell’eccellenza della sanità veneta e vicentina, del forte connubio esistente con il sistema economico del territorio. Ci sono tantissimi esempi in tutta la regione di questo connubio: molti nostri imprenditori hanno capito quanto investire nella salute sia fondamentale anche per la crescita economica. Dobbiamo essere orgogliosi di questa sorta di welfare di comunità, che non è una sostituzione rispetto al ruolo del pubblico, ma un accompagnamento, un supporto per andare incontro anche a esigenze specifiche o di nicchia come nel caso di questa tecnologia. Vorrei dunque ringraziare Confindustria Vicenza e la Fondazione San Bortolo per questo progetto e colgo l’occasione per ricordare ancora una volta la figura di Nicola Amenduni e Giancarlo Ferretto per la loro vicinanza come imprenditori al nostro sistema sanitario».

Come noto, la chirurgia stereotassica trova applicazione in diversi ambiti, quali le biopsie intracraniche e nella chirurgia laser per il trattamento dei tumori cerebrali profondi e/o di aree critiche o ancora per la cura dei pazienti con gravi forme di epilessia non rispondenti ai farmaci. In questi casi si procede prima con lo studio dell’encefalo del paziente mediante risonanza magnetica ed angiotac cerebrale, così da individuare la lesione e la traiettoria corretta che il chirurgo dovrà seguire per raggiungere il bersaglio chirurgico senza compromettere i vasi sanguigni e le strutture più delicate del cervello. Una volta messo a punto il “piano”, la procedura viene eseguita con il supporto di uno speciale software che funge da vero e proprio “navigatore” il quale, mettendo a confronto la posizione dello strumento chirurgico con le immagini diagnostiche “guida”, permette al chirurgo di posizionarsi correttamente sui tre assi e seguire la traiettoria prestabilita. Ed è qui che il braccio elettronico fa la differenza, in quanto leggendo le indicazioni del navigatore, è in grado di allinearsi con estrema precisione alla traiettoria necessaria per raggiungere il bersaglio in modo del tutto automatico ed in pochi secondi.

A spiegare più nel dettaglio i benefici del nuovo braccio elettronico è il dott. Massimo Piacentino, in staff alla Neurochirurgia del San Bortolo con incarico di Alta Specializzazione in Neurochirurgia Funzionale: «Fin dalle prime procedure già svolte con il nuovo bracco elettronico abbiamo riscontrato importanti benefici, perché il posizionamento manuale lungo i tre assi è estremamente delicato e complesso, soprattutto nel caso in cui il bersaglio da raggiungere sia posizionato in profondità o siano richieste particolari angolazioni. Al contrario il braccio elettronico ci offre la garanzia di massima accuratezza, e dunque di massima sicurezza per il paziente, e allo stesso tempo rende la procedura di posizionamento molto più rapida, cosa che si apprezza particolarmente nel caso in cui sia necessario acquisire molteplici traiettorie per agire in più punti dell’encefalo».

Un concetto, questo, sottolineato anche dal dott. Lorenzo Alvaro, direttore dell’U.O.C. Neurochirurgia del San Bortolo: «L’arrivo di questo nuovo braccio elettronico rappresenta un’ulteriore passo avanti in quella che è la grande tradizione della chirurgia stereotassica al San Bortolo e si inserisce nell’ottica di un impegno più ampio di tutto il nostro reparto per adottare metodiche sempre più innovative».

Ad oggi sono state eseguite 20 procedure con tale braccio elettronico, che rientra in una serie più ampia di innovazioni tecnologiche a supporto della Neurochirurgia, che nel 2024 ha visto incrementare il numero di interventi chirurgici effettuati rispetto al 2023 e rispetto al 2019 (anno pre-Covid); in particolare nel 2024 sono state eseguite 1.585 procedure chirurgiche (di cui 1454 presso il presidio ospedaliero di Vicenza e 131 presso quello di Valdagno), rispetto alle 1.412 effettuate nel 2023 ed alle 1.377 del 2019. Si riporta di seguito il dettaglio degli interventi eseguiti.

L’aumento dell’attività chirurgica è stato contestuale ad un incremento dell’attività ambulatoriale: nel 2024 sono state eseguite 9.116 prestazioni ambulatoriali rispetto alle 5.861 effettuate nel 2023.

Le competenze professionali raggiunte, la collaborazione con le altre Unità Operative e le tecnologie a disposizione permettono alla Neurochirurgia di Vicenza di affrontare con qualità ogni tipo di patologia neurochirurgica sia nella popolazione adulta che in quella pediatrica: tumori, malformazioni vascolari, epilessia, stimolazione cerebrale profonda (DBS), traumatologia, affezioni della dinamica liquorale, problematiche degenerative del rachide, lesioni dei nervi periferici sono tutte patologie a cui diamo giornalmente risposta.

Un elemento distintivo è inoltre la possibilità di effettuare trattamenti di termoablazione grazie al sistema Visualase, una tecnologia presente in pochi centri in Italia e che permette di trattare i foci epilettogeni e lesioni cerebrali profonde mediante fibre laser termoablative.

La Neurochirurgia di Vicenza ha inoltre una grande tradizione nella stimolazione cerebrale profonda (DBS: Deep Brain Stimulation) nei pazienti affetti da morbo di Parkinson, ma anche per il trattamento di alcune forme di epilessia e di tremore, con la più ampia casistica in Veneto per quanto riguarda tali procedure.

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