La dotazione dell’Unità Operativa Complessa di Urologia del S. Bortolo si arricchisce di una nuova colonna laparoscopica con visione tridimensionale, frutto di una donazione del valore di oltre 170 mila euro da parte della Fondazione San Bortolo.
Si arricchisce di una nuova strumentazione all’avanguardia la dotazione tecnica dell’Unità Operativa Complessa di Urologia del S. Bortolo: si tratta di una nuova colonna laparoscopica con sistema di visione tridimensionale, frutto di una donazione del valore di oltre 170 mila euro da parte della Fondazione San Bortolo.
Come suggerisce il nome stesso, la colonna incorpora tutti gli strumenti necessari ad eseguire un intervento in laparoscopia, tecnica mini-invasiva che nel caso dell’Urologia consente di eseguire un’operazione senza praticare un taglio ampio e profondo dell’addome, ma solo delle piccole incisioni (da 5-6 a meno di 20 mm) attraverso le quali si inseriscono dei tubi rigidi che permettono di introdurre in addome una serie di strumenti chirurgici miniaturizzati, del diametro di 5-10 mm e lunghi mediamente 35-40 cm. Tra questi vi è anche una mini-telecamera che permette di avere una visione del campo operatorio interno che viene proiettata su di un monitor (televisore). Proprio il sistema di visione adottato costituisce il grande valore aggiunto della nuova apparecchiatura, in quanto consente una visione tridimensionale (3D): «Usualmente l’immagine visualizzata a video è bidimensionale (2D) – spiega il dott. Paolo Ferrarese, direttore dell’Urologia dell’ospedale vicentino– e così è come operare con un occhio solo: il chirurgo vede solo la distanza che c’è tra vari elementi (arterie, vene, etc.) posti sullo stesso piano, mentre non vede la distanza che c’è tra elementi posti su piani differenti, uno più vicino e l’altro più lontano, egli la deve, per così dire, “ricostruire” attraverso un’ “elaborazione mentale”, operazione non facile considerando che si lavora su superfici e oggetti a volte estremamente piccoli e delicati; con la visione 3D invece tutto è molto più immediato e realistico e l’azione del chirurgo risulta più veloce e sicura».
Vantaggi davvero significativi, dunque, anche considerando che oggi, presso l’Urologia del San Bortolo, l’80% degli interventi che prima venivano eseguiti “a cielo aperto” (cioè con un taglio sull’addome) oggi avvengono in laparoscopia, con tanti vantaggi per il paziente: minore invasività del gesto chirurgico, migliore cura dei dettagli e maggior precisione, minor dolore postoperatorio e minor uso di farmaci antidolorifici, minore necessità di trasfusioni di sangue, tempi di ospedalizzazione e di recupero fisico decisamente più brevi. Tanto più che gli ambiti di applicazione della chirurgia laparoscopica sono davvero tanti, anche in Urologia: oggi con questa tecnica vengono eseguiti interventi per patologia tumorale del rene, del surrene, dell’uretere, della vescica, della prostata, dei linfonodi retroperitoneali, ma anche la chirurgia ricostruttiva delle vie urinarie superiori e quella demolitiva per patologia non tumorale (si pensi, ad esempio, all’asportazione di un rene dilatato ed atrofico, e per questo suscettibile di infezione a volte grave). «Questa nuova attrezzatura – sottolinea il dott. Ferrarese – con la sua “visione 3D” (tridimensionale) verrà impiegata in sostituzione di quella a “visione 2D” (bidimensionale), in una grande varietà di interventi di grande delicatezza e ci consentirà di garantire ai nostri pazienti standards di efficacia e sicurezza ancora più elevati. Per questa ragione, a nome di tutto il reparto e dei pazienti, voglio ringraziare la Fondazione S. Bortolo e quanti hanno contribuito a questa importante donazione».
Proprio alla possibilità di portare a termine altri importanti progetti come questo è rivolto l’appello del Commendator Gian Carlo Ferretto, presidente della Fondazione S. Bortolo: «Come tutti sanno la nostra Fondazione opera esclusivamente grazie alle donazioni che riceviamo e ai lasciti testamentari che ci auguriamo possano ulteriormente essere presi in considerazione da generosi benefattori: dunque risultati come questo sono possibili solo grazie alla generosità dei nostri concittadini. Un aiuto importante ci viene in particolare dalle tantissime donazioni attraverso la destinazione del 5×1.000 da effettuarsi in occasione della denuncia dei redditi: questa è una notevole modalità di sostegno, anche perché è a costo zero per il contribuente, e naturalmente auspichiamo che anche quest’anno si confermi la grande sensibilità che tutta la nostra comunità dimostra nei confronti dell’ospedale, che è davvero una risorsa di tutti noi».
Un sentito ringraziamento arriva anche dal Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica Giovanni Pavesi: «Ancora una volta la Fondazione S. Bortolo è stata fondamentale nel consentirci di migliorare ulteriormente gli standard già elevati del nostro ospedale, in questo caso consentendo l’acquisizione di un’apparecchiatura all’avanguardia. Ritendo che davvero l’ospedale sia un bene di tutti e le tante donazioni raccolte tramite la Fondazione nel corso degli anni dimostrano che questa sensibilità è davvero radicata nella comunità vicentina. Questa consapevolezza è uno stimolo ulteriore ad impegnarci con sempre maggiore dedicazione e attenzione, per garantire ai vicentini un’assistenza sanitaria sempre migliore».
A questo riguardo, va ricordato che l’Unità Operativa di Urologia del S. Bortolo può vantare esperienze e competenze specifiche in alcuni interventi davvero all’avanguardia, come ad esempio la ricostruzione dell’uretra mediante l’utilizzo di lembi di mucosa della bocca o l’asportazione di tumori renali di particolare complessità che si estendono alla vena cava inferiore fino alle cavità cardiache. Inoltre il reparto è uno dei pochissimi centri di riferimento nazionali – l’unico in Veneto – per la chirurgia protesica del pene.