Sabato 8 luglio si terrà la prima di 6 uscite in montagna per un gruppo di utenti del Ser.D di Vicenza nell’ambito del progetto di “montagnaterapia” promosso dal Dipartimento Dipendenze dell’ULSS 8 Berica in collaborazione con il CAI
Anche un’uscita guidata in montagna può essere utile per combattere le dipendenze: è la “montagnaterapia”, un approccio innovativo utilizzato con successo a livello nazionale e internazionale che da quest’anno sta sperimentando anche il Dipartimento Dipendenze dell’ULSS 8 Berica, attraverso il progetto “NO stigma, Sì party” approvato nei giorni scorsi e già entrato nella fase operativa.
Sabato 8 luglio si terrà infatti la prima uscita sulle montagne vicentine per una ventina di utenti del Ser.D di Vicenza accompagnati da operatori sanitari specificamente formati e dai tecnici del CAI, che è partner del progetto.
La montagnaterapia è una innovativa tecnica terapeutico riabilitativa-educativa per il trattamento, la riabilitazione e la prevenzione di problemi socio sanitari e di inclusione in persone fragili. I progetti di montagnaterapia non vanno considerati dunque come delle “gite” ma come veri e propri interventi socio-sanitari e/o educativi, che risultano integrati con gli eventuali trattamenti medici, psicologici e/o socio-educativi già in atto.
Il tutto a partire da una premessa, come spiega la dott.ssa Roberta Sabbion, Direttore del Ser.D di Vicenza: «Negli ultimi anni è cambiato il modo di considerare la dipendenza da sostanze e da comportamenti, che oggi non sono più visti come un vizio ma come una vera e propria malattia che oltre agli aspetti più evidenti compromette la sfera relazionale, sociale e lavorativa dell’individuo. Ecco allora l’importanza di attività che possano aiutare i soggetti ad elaborare questi aspetti. La montagnaterapia si è dimostrata una terapia efficace in questo senso, ma voglio sottolineare che si tratta di interventi molto più complessi rispetto alla semplice organizzazione di un’uscita di gruppo: c’è un grande lavoro a monte, per la formazione specifica degli operatori sanitari e la definizione degli obiettivi, e anche dopo l’escursione, in quanto i partecipanti vengono guidati e supportati nella rielaborazione dell’esperienza che hanno vissuto».
Una modalità innovativa per affrontare una problematica sempre più diffusa e di grande complessità: «Come sappiamo la condizione pandemica ha pesantemente influito sulla dimensione sociale, personale e relazionale di tutti noi, ma ancor di più in coloro che presentano una dipendenza o a rischio di dipendenza – sottolinea il dott. Achille di Falco, Direttore dei Servizi Socio-Sanitari dell’ULSS 8 Berica – e come azienda, in collaborazione con gli altri soggetti del territorio, siamo fortemente impegnati nel fornire assistenza a alle persone che presentano quadri di fragilità complessa, che richiede risposte articolate e in una certa misura anche la capacità di sperimentare nuove strade, che poggiano su tutti gli elementi positivi che le persone hanno e conservano, sviluppando percorsi di empowerment personale, interpersonale e di comunità, guidati dai nostri professionisti che hanno sviluppato specifiche competenza sul tema. Questo progetto di montagnaterapia rappresenta dunque un esempio virtuoso di innovazione nell’ambito dell’assistenza a persone con fragilità complessa anche nell’ambito delle dipendenze, un’esperienza che siamo convinti si dimostrerà di successo e potrà essere un valido punto di riferimento anche per altre aziende socio-sanitarie»..
L’uscita in montagna prevede sia un parte di escursione a piedi, sia un’esperienza di arrampicata: «L’escursione – spiega ancora la dott.ssa Sabbion – permette, attraverso il concetto di passo dopo passo, di comprendere come un obiettivo finale si possa raggiungere solo attraverso la varie fasi consecutive con il ritmo ed il tempo necessario per il suo raggiungimento; l’arrampicata su roccia o in ambiente indoor provvista di attrezzature per la messa in sicurezza della persona, rappresenta invece una progressione motoria in direzione verticale basata sull’esercizio di alcune abilità fisiche quali la forza, la resistenza, la respirazione e l’equilibrio correlate al potenziamento e alla scoperta di caratteristiche personali e capacità psicologiche».
In questo contesto, le attività di escursionismo e arrampicata si propongo obiettivi diversi e complementari. Per quanto riguarda l’arrampicata vi è la riduzione uso di sostanze o dei comportamenti problematici, il sostegno nel processo di cambiamento, il miglioramento della relazione terapeutica, il rinforzo delle abilità sociali, l’aumento della consapevolezza di sé e della consapevolezza corporea. D’altro canto l’escursionismo contribuisce a ritrovare la capacità ed il piacere di stare in gruppo, facilita il processo di integrazione sociale e rinforza le abilità sociali, “risveglia” il corpo per ritrovare progressivamente resistenza muscolare e fiato e in generale promuovere uno stile di vita sano; a livello psicologico, inoltre sostiene i partecipanti nel processo di cambiamento e aiuta ad abbattere il pregiudizio.
Il progetto NO stigma, SI party prevede complessivamente 6 attività in ambiente naturale per il 2023 – della durata di una giornata ciascuna – e proseguirà anche nel 2024 mantenendo una cadenza mensile delle uscite. Il CAI, oltre a mettere a disposizione i propri tecnici, fornirà anche la necessaria attrezzatura tecnica.