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Lo screening per il tumore del colon-retto si avvicina a casa. Al via la partnership con le farmacie vicentine

Lo screening per il tumore del colon-retto si avvicina a casa. Al via la partnership con le farmacie vicentine

Da oggi i circa 70.000 cittadini dell’ULSS 8 Berica che riceveranno nel corso dell’anno l’invito a effettuare l’esame gratuito potranno ritirare e riconsegnare l’apposito kit direttamente nella farmacia vicino a casa.

L’importanza della diagnosi precoce per la lotta al cancro è ormai un dato acquisito, così come il ruolo fondamentale degli screening in questo senso. Così, l’ULSS 8 Berica rilancia ulteriormente l’impegno su questo tema con un progetto che sviluppa in ambito locale un recente accordo tra Regione Veneto e le associazioni di rappresentanza delle farmacie, Federfarma e Farmacie Unite.

L’accordo riguarda lo screening per il tumore del colon-retto e in particolare il coinvolgimento delle farmacie per la consegna ai cittadini – e quindi il ritiro – del kit per la raccolta del campione di feci che sarà poi esaminato dal Laboratorio Analisi dell’ULSS 8 Berica.

In pratica, a partire dalla giornata di oggi il cittadino che riceverà l’invito ad effettuare l’esame gratuito per lo screening del colon-retto non dovrà più recarsi in una delle sedi dell’azienda socio-sanitaria per richiedere il kit e quindi ritornarvi per riconsegnare il campione, ma potrà molto più comodamente recarsi nella farmacia più vicina a casa, tra quelle aderenti all’iniziativa e riportate nella stessa lettera d’invito.

«I benefici per i cittadini sono evidenti – spiega la dott.ssa Margherita Andretta, direttore dell’Assistenza Farmaceutica Territoriale dell’ULSS 8 Berica -: il primo naturalmente è la capillarità dei punti di distribuzione, che passano da una mezza dozzina a 118, tante sono le farmacie che hanno aderito nel territorio dell’ULSS 8 Berica (su un totale di 146). Inoltre le farmacie hanno un orario di apertura molto più esteso, più facile da conciliare con le esigenze dei cittadini. Proprio per queste ragioni, anche se l’accordo stipulato con la Regione Veneto prevede in una prima fase la sola distribuzione dei kit, come ULSS 8 Berica abbiamo deciso di iniziare subito con la forma di collaborazione più completa, dunque organizzando anche la riconsegna del campione e il ritiro presso le farmacie».

Naturalmente, questa novità ha comportato una riorganizzazione del programma di invio degli inviti, che è stato modulato per Comuni contigui, così da ottimizzare la logistica della raccolta dei campioni: si comincia quindi questa settimana nel Distretto Ovest con gli abitanti dei comuni di Alonte, Lonigo, Sarego e Val Liona, mentre dal 1 febbraio si partirà anche nel Distretto Est, con i residenti nei comuni di Barbarano Mossano, Castegnero, Longare, Montegalda,  Montegaldella, Nanto e Zovencedo.

L’obiettivo, naturalmente, è quello di incrementare il tasso di adesione allo screening del colon-retto, che attualmente in media si attesta sul 65%: «L’esame – ricorda il dott. Rinaldo Zolin, responsabile del Servizio di Epidemiologia – consiste nella ricerca di sangue occulto nelle feci. Viene offerto gratuitamente ogni due anni alle donne e agli uomini di età compresa fra i 50 e i 69 anni, che nel territorio dell’ULSS 8 Berica si aggirano sulle 140.000 unità, all’incirca 70.000 utenti convocati all’anno. In circa il 4,5% dei casi si rende necessario un esame di 2° livello mediante colonscopia, spesso già risolutiva in corso di esame perché consente l’individuazione e l’asportazione di eventuali piccoli polipi di natura benigna responsabili del sanguinamento o che porta ogni anno all’individuazione di una trentina di forme tumorali che vengono rimosse in tempi rapidi, quando sono ancora precoci e dunque generalmente senza conseguenze per la salute del paziente, né per la sua qualità di vita».

«Questo accordo – sottolinea il Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica Giovanni Pavesi – conferma ulteriormente l’attenzione e l’impegno che da sempre questa Azienda dedica ai programmi di screening, tanto è vero che siamo stati tra i primi in Veneto a riattivarli dopo il lockdown della primavera scorsa e anche durante la “seconda ondata” sono proseguiti regolarmente. La distribuzione e soprattutto la raccolta dei campioni presso le farmacie costituisce un impegno significativo sul piano logistico, è quasi una raccolta “porta a porta”, ma è un impegno e un investimento che affrontiamo con grande convinzione».

Un progetto che rappresenta un ulteriore riconoscimento del ruolo delle farmacie nel sistema sanitario territoriale, come sottolinea il dott. Giovanni Battista Scaroni, presidente di Federfarma Vicenza: «Questa è un’ulteriore declinazione del concetto più ampio di farmacia dei servizi e tocca un tema, quello della prevenzione oncologica, particolarmente importante per la salute dei cittadini. Ancora una volta viene confermato il ruolo strategico che possono avere le farmacie sia per l’accessibilità rispetto agli utenti, grazie alla distribuzione capillare nel territorio e all’orario di apertura esteso, sia per il rapporto di fiducia che esiste tra i cittadini e il loro farmacista di fiducia. Proprio sfruttando questo legame, come farmacisti siamo da sempre impegnati nel promuovere i programmi di prevenzione e in generale gli stili di vita più sani. Per questo motivo il progetto che prende avvio oggi rappresenta una tappa importante in un rapporto di collaborazione con la Regione Veneto e con le Aziende socio-sanitarie locali che auspichiamo possa essere sempre più stretto».

A sottolineare l’importanza del progetto è anche Franco Muschietti, presidente di Farmacie Unite: «Si tratta di un’iniziativa estremamente importante, anche perché riguarda la prevenzione di una patologia potenzialmente molto grave. Le farmacie sono da sempre presenti sul territorio in modo capillare e auspico che in futuro esse possano essere coinvolte anche in altri programmi di screening. Da parte nostra, abbiamo sempre risposto con attenzione e disponibilità a qualsiasi richiesta, consapevoli del ruolo sociale delle farmacie, che è quello di andare incontro alle esigenze di salute dei cittadini supportando il sistema della sanità pubblica».

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