Negli ospedali di Vicenza, Arzignano, Noventa Vicentina e Valdagno sono attivi nuovi percorsi al fine di consentire un pre-triage per separare i pazienti potenzialmente contagiosi da tutti gli altri.
Sono operativi in tutti i Pronto Soccorso dell’ULSS 8 Berica i nuovi percorsi di accesso per tutti gli utenti, predisposti per consentire un pre-triage, finalizzato a individuare e separare dagli altri – prima dell’ingresso nel Pronto Soccorso vero e proprio – i soggetti potenzialmente contagiosi.
Rispetto alla soluzione provvisoria rappresentata dalle tende, sono state quindi già attivate delle soluzioni più strutturate, che risulteranno più funzionali per l’organizzazione dell’assistenza sanitaria e allo stesso tempo più confortevoli per gli utenti. Tali soluzioni sono differenziate in funzione delle caratteristiche strutturali e logistiche dei diversi ospedali, pur rispondendo comunque in modo efficace al medesimo obiettivo.
Più in dettaglio, al San Bortolo l’accesso avverrà dall’attigua camera calda (ovvero il sottoportico nel quale normalmente arrivano le ambulanze), dove è stato ricavato un locale.
Ad Arzignano invece si è provveduto a modificare i percorsi interni, con una diversa suddivisione degli spazi.
L’unico ospedale per il quale – per motivi logistici – sarà per il momento adottata la tenda è quello di Noventa: la struttura, messa disposizione dalla Protezione Civile, non sarà naturalmente un punto di permanenza, ma solo di veloce transito per il pre-triage, prima di poter entrare al Pronto Soccorso vero e proprio.
Più semplice la questione a Valdagno, dove invece l’ingresso tradizionale è stato adibito al pre-triage e da qui i flussi dei pazienti vengono subito separati sfruttando alcuni spazi creati con la recente ristrutturazione.
«Naturalmente il pre-triage non è un luogo di stazionamento – spiega il dott. Salvatore Barra, direttore sanitario dell’ULSS 8 Berica – altrimenti si riproporrebbe il medesimo problema: è semplicemente un filtro rapido, dove il personale sanitario porrà agli utenti poche semplici domande sui loro sintomi e sui loro contatti e spostamenti recenti, per verificare immediatamente se possono rientrare nei criteri epidemiologici. Chi non vi rientra sarà fatto entrare immediatamente nel Pronto Soccorso tradizionale, chi invece presenta un criterio epidemiologico altrettanto rapidamente sarà portato in spazi isolati, in Pronto Soccorso o in Malattie Infettive, dove sarà assistito in piena sicurezza per sé, per gli operatori sanitari e per gli altri pazienti. Sicuramente nella grandissima maggioranza dei casi non riscontreremo particolare motivo per temere un potenziale contagio, ma naturalmente in questo momento la prudenza deve essere massima».
«L’emergenza sanitaria che stiamo affrontando – sottolinea il Direttore Generale Giovanni Pavesi – rappresenta una grande sfida anche sul piano organizzativo, a tutti i livelli. Essere riusciti a modificare in 48 ore gli accessi a 4 diversi Pronto Soccorso è sicuramente un risultato non da poco. È indispensabile però che anche i cittadini collaborino, prestandosi di buon grado alle domande degli operatori al pre-triage e seguendo scrupolosamente le indicazioni degli operatori».