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Al via il campo scuola per i pazienti pediatrici diabetici

Al via il campo scuola per i pazienti pediatrici diabetici

Lo organizza dal 6 all’8 settembre, a Tonezza del Cimone, il Servizio di Diabetologia Pediatrica dell’UOC di Pediatria dell’Ospedale di Vicenza, con l’obiettivo di favorire il raggiungimento dell’autonomia del bambino e adolescente nella gestione del diabete.

Sarà un campo scuola in apparenza come tanti altri, ma molto speciale quello che si svolgerà a Tonezza del Cimone dal 6 all’8 settembre per un gruppo di 25 ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 18 anni. A organizzarlo, infatti, è il Servizio di Diabetologia Pediatrica dell’Ospedale di Vicenza in collaborazione con la neonata Associazione AGD (Associazione Giovani Diabetici) di Vicenza.

L’obiettivo dell’iniziativa è di offrire ad un gruppo di pazienti della Diabetologia Pediatrica all’interno di un’occasione di svago, un’esperienza formativa “sul campo” indispensabile per i ragazzini per il raggiungimento della piena autonomia e consapevolezza nella gestione del diabete, malattia che concede una “libertà vigile” ovvero protesa al rispetto delle regole che impone.

Così, il programma delle giornate prevede un’alternanza di momenti ricreativi e formativi, con attività e laboratori inerenti il diabete e gli aspetti pratici legati alla malattia, per capire ad esempio cosa vuol dire un pasto sano per un diabetico e come contare i carboidrati. E questo all’interno di una dimensione collettiva – ovvero “facendo gruppo” – che sul piano psicologico è molto importante.

Il tutto con la massima attenzione alla salute e sicurezza dei partecipanti, che durante il campo scuola saranno seguiti per tutto il tempo da 3 medici, 2 specializzandi, 3 infermieri, 1 psicologa, 1 dietista e 3 ragazzi diabetici-guida che porteranno la propria testimonianza di ex pazienti pediatrici. Il team lavorerà h24, compresi i turni notturni per il controllo della glicemia e per le eventuali correzioni, aspetto che riguarda la quotidianità di tutte le famiglie con bambini diabetici 365 giorni e notti all’anno.

Il diabete insulino-dipendente è infatti l’unica malattia in cui al paziente e alla sua famiglia è richiesta la conoscenza della patogenesi, del funzionamento delle insuline e dei devices correlati e l’autonoma decisione plurigiornaliera delle dosi di insulina e del conteggio dei carboidrati in ogni occasione. I campi scuola rappresentano un’estensione indispensabile dell’attività sanitaria in un ambito di quotidianità reale in cui l’attività assistenziale assume un impatto esponenziale.

Per poter garantire tali attività è indispensabile la collaborazione stretta con l’Associazione AGD che attraverso eventi benefici raccoglie fondi, indispensabili per l’espletamento dei campi e di attività formative che il servizio organizza anche durante l’anno.

A sottolineare l’importanza dell’iniziativa sono anche i numeri, che hanno visto triplicare nel giro di pochi anni i pazienti in carico al Servizio di Diabetologia Pediatrica di Vicenza: attualmente sono 138, di età compresa tra 1 e 19 anni.

Infatti, se nell’immaginario collettivo è raro pensare al bambino diabetico, in realtà il diabete di tipo 1 (insulino-dipendente) rappresenta la malattia endocrinologica di origine autoimmune più frequente in età pediatrica: si stima che nel mondo circa mezzo milione di bambini ne sia affetto, con circa 200 nuove diagnosi al giorno.

Contrariamente al diabete di tipo 2 (non insulino-dipendente) tipicamente ad esordio in età adulta, il diabete di tipo 1 (insulino-dipendente) si manifesta in età pediatrica con esordio dai 6-8 mesi di vita fino ai 30 anni. Sempre più frequenti sono le diagnosi in età precoce (sotto i 4 anni). Le cause non vanno ricercate nello scorretto stile di vita, in quanto il diabete tipo 1 riconosce una patogenesi autoimmune. «Si tratta – spiega la dott.ssa Stefania Innaurato, pediatra diabetologa e referente Ambulatorio Diabetologia Pediatrica UOC Pediatria Ulss 8 Berica – di una malattia cronica in cui il sistema immunitario “impazzisce” e va ad aggredire selettivamente le beta cellule pancreatiche, ovvero le cellule del pancreas che producono l’insulina, portandole ad una progressiva autodistruzione con conseguente carenza pressoché completa di insulina».

La mancanza di insulina produce come effetto un’iperglicemia progressiva e persistente che si manifesta con i classici sintomi della poliuria (fare tanta pipì per eliminare il glucosio in eccesso), nicturia (bambini che riprendono a bagnare il letto anche di notte) e polidipsia (sete intensa per cui il bambino beve numerosi litri di acqua al giorno).

«È essenziale – prosegue la dott.ssa Innaurato – che ogni persona a contatto con bambini (personale scolastico, sportivo, famiglia) abbia chiari tali sintomi perché riconoscerlo precocemente permette di arginare il rischio di chetoacidosi diabetica, complicanza acuta assai temibile che porta spesso al ricovero in terapia intensiva e ad una aumentato rischio di danni irreversibili. Il ritardo diagnostico è verosimilmente legato alla paura dei genitori di esporre il figlio a visite mediche apparentemente non urgenti con conseguente sottostima dei sintomi, ma un bambino che fa molta più pipì de solito e che beve molto di più deve essere prontamente valutato dal Medico Curante o in Pronto Soccorso per l’esecuzione di un stick della glicemia capillare, attraverso il quale in pochi secondi può essere fatta la diagnosi di diabete».

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