I degenti potranno utilizzarli per effettuare videochiamate con i propri cari e per alleggerire per quanto possibile la permanenza in ospedale. Una parte dei tablet sarà invece destinata al personale sanitario del Reparto che sente la necessità di un supporto psicologico online.
99 tablet per il reparto Covid all’interno delle Malattie Infettive del S. Bortolo, per i pazienti ricoverati ma anche per il personale sanitario, anche se con scopi ovviamente molto diversi.
Per quanto riguarda i ricoverati, i tablet saranno offerti in uso gratuito ed individuale ai degenti che ne faranno richiesta, per tutta la durata del loro ricovero. Potranno essere utilizzati innanzitutto per videochiamare i propri cari, ricreando così un contatto più stretto – anche se virtuale – con le famiglie a casa. E naturalmente, per chi lo vorrà, potranno essere utilizzati anche per rendere meno pesante la permanenza in reparto, guardando film e tenendosi aggiornati sulle ultime notizie.
Contemporaneamente, una dotazione di tablet è stata riservata anche al personale sanitario di Malattie Infettive e della Rianimazione: in questo caso potranno essere utilizzati per un supporto psicologico online, per chi ne sente la necessità.
La nuova dotazione di tablet è frutto di un acquisto diretto da parte dell’ULSS 8 Berica (per 60 unità), al quale si sono affiancati la donazione di ulteriori 25 unità da parte della Fondazione Mioni, 9 dagli “Amici del Cuore” di Arzignano e 5 da Vicenza for Children. I primi 20 sono stati consegnati oggi e nei prossimi giorni seguirà la consegna di tutti gli altri.
Tutti i tablet vengono opportunamente sanificati e protetti mediante cellophane.
«Il coronavirus – commenta il Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica Giovanni Pavesi – si combatte anche tenendo alto il morale. Quello dei malati innanzitutto, che trascorrono le loro giornate in isolamento vivendo un comprensibile timore per sé ma anche per i propri cari con cui alcuni di loro hanno difficoltà di collegamento. Ma molto importante per noi è anche il morale del nostro personale, soprattutto di chi è in prima linea vivendo ogni giorno non solo un carico di lavoro straordinario, ma anche un’atmosfera difficile sul piano emotivo».